Museo della Ceramica della Tuscia
Palazzo Brugiotti | Via Cavour 67
orari da giovedì a domenica e il 1° maggio
10-13/15,30-18,30
Indirizzo: Via San Pellegrino, 8
Viterbo
Telefono: 3202951084
E-Mail: info@danielalai.com
Facebook: https://www.facebook.com/bottegadartedanielalai
Sito Web: https://www.danielalai.com/
Vetro, ceramica, pietra ed affini
“Regina” della produzione di Daniela Lai è la “Zaffera”, antica tecnica risalente al XV secolo poi interrotta, che l’artigiana ha pienamente recuperato. La nobile produzione di colore blu a rilievo, realizzata in sole cinque città del Centro Italia, trovò accoglienza in un ambiente più colto rispetto a quello che caratterizzava la maiolica arcaica, cui la “Zaffera” si sovrappose nella sua fase matura e tarda.
La “Zaffera” è caratterizzata da motivi ornamentali che comprendono elementi geometrico floreali – ricorre sempre la foglia di quercia, albero sacro simbolo di forza morale e spirituale -, animali come cani, pesci, uccelli e figure antropomorfe, proprio a testimoniare quel vasto mondo fantastico e magico, frutto della cultura medioevale.
Daniela Lai ama anche utilizzare la pietra di peperino, scolpirla e intarsiarla a fuoco con cristalli a spessore, smaltarla e dipingerla: una tecnica, questa, elaborata negli ultimi anni.
Organizza corsi e dimostrazioni in bottega, per coinvolgere i turisti e chiunque voglia avvicinarsi al suo mondo. Nell’ultimo periodo, ha ospitato tre stagisti operatori della ceramica e del design applicato al prodotto.
Dopo oltre venti anni di studi e di lavoro legati alla ceramica e al restauro, ho deciso di dedicare la mia passione ad un’impresa individuale. Sono infatti titolare della Bottega d’Arte situata nel cuore del quartiere medievale di Viterbo. Proprio qui nascono tutte le mie creazioni, in nessun altro luogo, perché ad ispirarmi è proprio questo ambiente unico, che parla della grandezza della città di Viterbo dal periodo medievale.
Amo divulgare la storia della ceramica di Viterbo e della Tuscia, illustrando periodi, colori e forme: ciò permette ai visitatori di apprezzare maggiormente il mio lavoro.
Maestro d’arte e artigiana riconosciuta dall’OmA, i miei prodotti sono contraddistinti dal marchio Tuscia Viterbese.
TrAmare la terra
E’ un’opera quasi poetica, per rappresentare un lavoro faticoso, umile ma dignitoso.
Lavare i panni a mano, fino agli anni sessanta, era un compito relegato alla donna. Il lavatoio pubblico, un luogo d’incontro, di fatica, di sfoghi, di confidenze e per alcune di un vero lavoro. Per tutte comunque costituiva un’occasione di condivisione, quasi di evasione.
Sullo sfondo, uno scatto del 1920 che ritrae le “donne al lavatoio” nelle campagne maremmane.
A sottolineare il lavoro femminile, sono stati scelti vecchi merletti, realizzati a mano, parte di tovaglie usurate e indumenti ormai inutilizzabili.
I frammenti di basaltina, che in cottura mantiene il suo colore naturale, riportano alla memoria la grigia e fredda pietra del piano sul quale si lavavano i panni.
La terra di scarto e i vetri rotti sono i protagonisti dell’opera.
Il fuoco eternizza i merletti e le stoffe impregnati d’argilla, gli elementi vetrosi, che si insinuano tra le trame, rievocano l’acqua.
L’opera è composta da frammenti di basaltina, da una serie di grandi ciotole e da una brocca, tutte in argilla bianca refrattaria decorata con engobbi e invetriata, sui quali sono stati adagiati “brandelli di stracci”. I colori e i materiali usati rievocano il territorio e il lavoro all’aperto in tutte le stagioni, dalla più fredda alla più calda, dall’alba al tramonto.