Museo della Ceramica della Tuscia
Palazzo Brugiotti | Via Cavour 67
orari da giovedì a domenica e il 1° maggio
10-13/15,30-18,30
Indirizzo: Borgo Garibaldi, 112
Oriolo Romano
Telefono: 06.99838354 - 349.8643183
E-Mail: bottegamortet@mortet.it
Facebook: https://www.facebook.com/bottegadarteMortet1890
Sito Web: https://mortet.it/
Metalli pregiati, pietre preziose, pietre dure e lavorazioni affini
Armando Mortet è iscritto all’Albo delle Imprese Artigiane dal 1993.
Opera nel solco della grande tradizione delle botteghe dell’artigianato artistico: qui ha le basi quel periodo storico, il Rinascimento, che ancora oggi fa apprezzare l’Italia nel mondo.
Utilizza le antiche tecniche della modellazione a cera persa, del cesello e dell’intaglio, avendo a cuore la conservazione e la trasmissione di un patrimonio di saperi che rischia di essere cancellato.
Classe 1955, appartengo alla quarta generazione di una famiglia di origine francese che nel 1890 si trasferì a Roma da Firenze, dove aveva avuto inizio la tradizione artigiana di cesellatori e intagliatori. Mi sono formato nella bottega paterna, a Roma, dal 1969; nel frattempo, ho frequentato l’Istituto di Arti Ornamentali del Comune di Roma, Scuola specializzata nelle arti applicate.
Dal 1993 lavoro a Oriolo Romano: qui nel 1978 mio padre Virgilio aveva scelto di trasferire la sua casa/studio. La tradizione dei Mortet ha poi varcato di nuovo i confini nazionali per approdare in Sud America, su invito dell’Istituto Latino Americano. Numerosi i seminari sul cesello che la bottega di Roma dal 1996 ha svolto in Messico, Perù ed in Ecuador: un progetto culminato con la prima Scuola permanente del Sud America di cesello ed argenteria, fondata nel 2004 a Potosì in Bolivia.
Dal 1998 lo studio di Oriolo svolge seminari didattici in Oriente – Bangladesh, Singapore, Cina e Giappone -su invito delle rispettive Ambasciate Italiane.
Nel 2003 è stata commissionata a Virgilio l’esecuzione della statua di San Cataldo, patrono di Taranto, alta 225 cm, interamente fusa in cera persa in argento. Pesa 100 kg, è un’opera tecnicamente forse unica al mondo: con la direzione artistica di Virgilio, autore del modello, la bottega si è ricompattata e ha realizzato l’opera nella parte in fusione e del cesello nello studio di Oriolo Romano, le componenti sono state eseguite a sbalzo nello studio di Roma. Nel dicembre 2004, su invito dell’Ambasciata Italiana in Spagna, l’Istituto Culturale Italiano in Madrid ha organizzato una mostra didattico/culturale dal titolo “Roma e le sue acque d’argento”, un tema a noi caro, con le fontane di Roma riprodotte in argento e bronzo. Una mostra destinata ad essere esportata anche in altri paesi europei. Nel novembre 2006, l’Associazione permanente dei Premi Nobel della Pace ha commissionato alla bottega di Oriolo il Premio Uomo della Pace 2006, VII edizione. L’opera in bronzo, eseguita ogni anno da un artista diverso, è stata intitolata Dafne e consegnata in Campidoglio a Peter Gabriel.
Nello stesso anno, allo studio di Roma è stato attribuito dal Comune l’attestato di Bottega Storica per i cinquant’anni di attività. La bottega di Oriolo ha ricevuto nel 2011 il riconoscimento di Bottega artigiana d’eccellenza dalla Regione Lazio e nel 2016 quello di Artigiano OmA, infine, nel 2018, ha ottenuto il contrassegno di origine e qualità dell’artigianato artistico e tradizionale della Regione Lazio.
La medaglistica: tra le specializzazioni della Bottega d’Arte.
Bracciale in argento con marmo imperiale. E’ stato realizzato secondo la tradizione delle botteghe rinascimentali , dall’idea al progetto alla realizzazione finale. Modellato e fuso in cera pesa completamente rifinita a mano.
Interpretazione artistica in bronzo della Fontana del Facchino a Roma, in via Lata. L’opera, modellata fusa in cera persa e cesellata, è assemblata su un supporto razionale per creare un contrasto con l’opera bronzea che ne ricorda l’originale collocazione. I marmi sono selezionati: travertino, verde antico, broccatello. Rivive la tradizione romana, iniziata nel Rinascimento, epoca in cui i monumenti, in particolare le fontane, venivano riprodotti in preziose opere di cesello e approdavano alle tavole. Il fasto dell’esterno si trasferiva nelle sale dei banchetti, regalando ai commensali la silente suggestione dell’acqua.