organizzazione

CNA

in collaborazione con

carivit museo della ceramica

con il contributo di

camera di commercio camera di commercio

con il patrocinio di

lazio lazio viterbo provincia

organizzazione

CNA

in collaborazione con

carivit museo della ceramica

con il contributo di

camera di commercio
camera di commercio

con il patrocinio di

lazio
viterbo
viterbo
provincia

"Viaggio nella fedeltà dell'artigianato"

Museo della Ceramica della Tuscia
Palazzo Brugiotti | Via Cavour 67

orari da venerdì a domenica
10-13/15-18

Sarah Del Giudice

Contatti

Indirizzo: Via di Meleto, 2 - Greve in Chianti

Greve in Chianti (Fi)

Telefono: 3391157838

E-Mail: info@fonderiadelgiudice.com

Facebook: https://www.facebook.com/fonderiaartisticadelgiudiceleonardo?locale=it_IT

Sito Web: www.sarahdelgiudice.com - www.fonderiadelgiudice.com

Metalli comuni

Scopri di più

Chi è

Sarah Del Giudice cresce frequentando da sempre la fonderia paterna, circondata da artisti e opere d’arte. Fin da piccola, infatti, frequenta la Fonderia Artistica di mio padre Del Giudice Leonardo, l’azienda di famiglia. Nelle pause dallo studio si è sempre dedicata al lavoro presso il laboratorio, assimilando nel tempo conoscenze e competenze su varie mansioni: cerista, modellatrice, formatrice e patinatrice.
Nel laboratorio dell’azienda collabora con diversi artisti contemporanei affiancandoli nella creazione delle loro opere e nella realizzazione di progetti complessi e importanti.
L’azienda, di famiglia da 3 generazioni, è attiva dal 1974 ed ha una tradizione consolidata nell’uso delle tecniche di fusione a cera persa che la caratterizzano in modo particolare.
Dal 2010, insieme al fratello Giacomo gestisce l’azienda occupandosi sia dell’amministrazione, gestione clienti fornitori, pubbliche relazioni, sia dedicandosi a nuovi progetti
artistici e di innovazione, dalla progettazione alla realizzazione.
Affianca artisti contemporanei nella realizzazione delle loro opere e realizzo, progetta e crea prototipi di design e arredi.
Ha collaborato e collabora, tutt’ora, all’organizzazione di mostre riguardanti il lavoro della fonderia e le tecniche della fusione, in particolare la tecnica della fusione a cera persa.
Negli anni, presso la fonderia, ha collaborato con il fratello per consolidare le precedenti collaborazioni e rapporti con i clienti storici, ed ha contribuito a creare nuove e significative collaborazioni per la realizzazione di importanti opere d’arte per spazi pubblici e privati, gallerie e musei.

Nell’azienda di famiglia, oltre ad occuparsi della gestione, si dedica alla creazione di opere originali di scultura e realizza sculture utilizzando diversi materiali, come il bronzo (materia che
sento “sua” più di ogni altra), ma anche in legno, gesso, resine, cemento e terracotta. Si tratta di una intensa attività artistica, che le ha permesso nel tempo di definire una sua personale cifra artistica. Molte delle mie opere sono entrate a far parte di numerose e importanti collezioni private in diverse località (a Firenze, Siena, in Corea, a Vienna, in un parco di sculture a Strada in Casentino, in Svizzera, in Germania): molte sono esposte in diverse gallerie d’arte in Toscana, a Firenze ed in Veneto.

 

La Storia

Viaggio e Fedeltà in un contesto come quello del lavoro artigianale è un tema che per me lega tanti aspettai della vita. Sono cresciuta in una bottega, di quelle vere, quelle realtà che mischiano il sudore alla polvere, il rumore degli attrezzi al silenzio, alla meditazione sul lavoro e all’attenzione a ogni gesto. La scultura e gli Artisti sono da sempre state grandi passioni nella mia vita. In un clima così il mio viaggio è stato dentro la creazione delle opere degli artisti, alla ricerca di decifrare e capire i loro linguaggi, dalle opere più antiche riconosciute e studiate sui libri di scuola, fino alle più contemporanee, sempre alla ricerca di trovare anche io le parole giuste per creare un linguaggio e un’espressione attraverso la materia, la scultura, il tridimensionale capace di rappresentare quello che sentivo e avevo voglia di dire. In questo viaggio, come quello dell’intera vita, lavorativa e privata, cerco di camminare dritta, disposta a cambiare direzione e obbiettivi quando necessario, ma sempre seguendo una fede e una strada sincera verso me stessa nella direzione della materia e dell’espressione, semplice ma non per questo facile. Ho imparato tanto e sempre, sin dalla scuola, ma soprattutto in fonderia, dai miei familiari e dai tanti artisti che ho avuto e ho la fortuna di conoscere; ho cercato di coniugare la curiosità innata verso quello che scatena la creazione con la voglia di imparare a tradurre e a esprimere sentimenti e concetti con le
mani, a manipolare i miei pensieri per dargli forma reale. Un percorso che ho intrapreso prima con gli studi e i vari approfondimenti, con la pratica per conoscere
il disegno e poi dentro la fonderia, dove si impara la tecnica davvero; a conoscere i materiali, le dinamiche legate al loro trasformarsi, si impara a rispettarne i tempi, i limiti e le potenzialità. Un percorso magico quello nella materia artigiana, una scoperta e una pratica continua che danno un sapore vero e stimolante ai giorni. Anche se il lavoro artigiano e la gestione di una impresa, pur piccola che sia, non sono sempre “rose e fiori”, mi piace approcciarmi con positività, cercando di vedere sempre
il valore di imparare da tutte le situazioni cose nuove, la fortuna di fare un lavoro in continua mutazione pur radicato profondamente alla tradizione. Il mio lavorare è profondamente legato ai metodi tradizionali, direi accademici, partire dall’idea, abbozzarla su un foglio per poi procedere per fasi, precise in sequenza, non disdegnando spesso sperimentazioni varie, legate soprattutto alla sicurezza acquistata con l’esperienza, per produrre poi un’opera tradizionale, ma con una visione legata al mio presente. Ho la fortuna di realizzare le mie opere da tanto tempo ormai, e il metallo fuso si è naturalmente rivelato il mio materiale ideale. Tra i miei temi preferiti si è insinuato, oltre a quello della coppia, dei gesti d’amore, delle stelle, quello del Viaggio, inteso in senso metaforico e simbolico. Sul tema ho proposto anche tante mostre delle mie sculture e redatto due cataloghi. Per le mie sculture uso oggetti di uso quotidiano, di quelli che non si usano più perché usati e da buttare, come scarpe, cappelli, vecchie camicie, o valigie di cartone, che cerco di trasformare in metallo per dare senso alle storie e ai momenti che cerco di immortalare. Sperimento la loro trasformazione in fusione, in bronzo o alluminio, e li lego alle mie figure che solitamente sono un Lui e una Lei, oppure una fanciulla
che io ho soprannominato semplicemente “Lei “o “la Signorina”. Una figura in cui tante donne e ragazze si rivedono, sognanti, con uno sguardo rivolto in alto, accompagnate da desideri, idee e spesso bagagli, valigie che raccolgono i loro sogni, le loro esperienze, le loro potenzialità. Quelle valige che sono solidità e voglia di evasione e dalle quali a volte escono farfalle come idee o parole. Trampolino di lancio ma anche basi solide, a volte pesanti da trasportare perché troppo piene di sogni a volte colonne di esperienze vissute. E questa è anche l’interpretazione che ho dato al tema da Voi proposto quest’anno, con l’opera “IDEE IN VIAGGIO E SOGNI IN LIBERTÀ” sottotitolo “Scultura da Passeggio.”

Le Opere

“La Signorina” questa volta è solidamente seduta con le gambe nel vuoto su quella valigia che per lei è base ma anche trampolino, mentre volta lo sguardo e il pensiero verso l’alto partorisce idee, che si mutano in realtà che prendono il volo in forma di farfalle. Uso spesso le farfalle come segno di mutamento, di metamorfosi del pensiero in qualcosa di reale, che si vede, che si ammira librarsi nell’aria. Un po’ come il lavoro di ogni bravo artigiano che ha la capacità, grazie alla propria esperienza e conoscenza del mestiere, di trasformare le idee in qualcosa di materiale, tangibile e bello. Il sottotitolo è un po’ ironico, come spesso lo sono quelli di altre opere che ho fatto, vuol focalizzare il
punto, sul valore che ognuno può dare alle cose importanti, quelle da portarsi dietro, nel cuore o a spasso. C’è chi ama portarsi una bella borsa, realizzata magari da un bravissimo artigiano, c’è che ama esibire gioielli o cappelli, c’è che porta il suo adorato animale domestico, io se potessi portare a giro qualcosa che ritengo bello e importante, forse porterei una scultura! So che sarebbe impossibile per questioni di logistica legate alla comodità al peso e all’ingombro, ma in maniera ironica sarebbe un modo
per focalizzare l’attenzione anche al mondo della scultura, e non vorrei direzionare il pensiero in una direzione che si lega alla moda, ma soprattutto simboleggiare il bisogno che ognuno di noi ha di legarsi e crescere accompagnato da cose che personalmente possono piacere e danno piacere! E non parlo di
Bello, in senso semantico della parola, (anche se sono sicura che “il bello l bello salverà il mondo”!), perché qui l’argomento è materia di studi dalla nascita dell’espressione umana e il dibattito si farebbe lungo e da far discutere a chi ha competenze in merito. Il nostro lavoro, quello di fonditori, vive ogni giorno nella magia della metamorfosi della materia per l’appunto. Vede i vari materiali trasformarsi, cambiare di forma, dalla cera che si perde, alla scultura fatta di aria pronta ad accogliere il metallo e trasformarsi in qualcosa di eterno. E’ su quest’ammirazione ancora viva, vera e sincera che provo verso il mio lavoro, che si basa la fedeltà verso il nostro mestiere che vorrei davvero poter portare avanti più possibile anche in memoria di quella che è la mia famiglia, generazioni impegnate a trasformare in metallo con opere eterne.
“Siamo in viaggio da sempre qui dove niente si crea né si distrugge, tra realtà illusorie e
infinite metamorfosi.”
(Raf)

Sarah Del Giudice