Museo della Ceramica della Tuscia
Palazzo Brugiotti | Via Cavour 67
orari da venerdì a domenica
10-13/15-18
Indirizzo: San Lorenzello, Via Telese, 47
San Lorenzello
Telefono: 3280385889
E-Mail: octaviuscoppola@hotmail.it
Facebook: https://www.facebook.com/share/17EmpPPswn/
Sito Web: https://materceramica.org/artigiano/ceramiche-coppola-di-coppola-immacolata/
Vetro, ceramica, pietra ed affini
Immacolata Coppola nasce a Benevento il 29 gennaio 1983. Ha frequentato l’ istituto Statale d’Arte di Cerreto Sannita dal 1997 al 2002. Sin da piccola ha operato nella Bottega d’Arte dello zio lavorandoci in sede fissa dal 2002 al 2015. Nel 2019 insieme al fratello realizza il sogno di intraprendere un’ attività tutta sua, insito delle conoscenze acquisite e con nuove idee da vita a nuove idee artistiche.
Ottavio Coppola, artigiano ceramista di San Lorenzello, classe 1981, vive e lavora nel piccolo comune della provincia di Benevento. San Lorenzello, insieme a Cerreto Sannita, è uno dei due paesi riconosciuti come “Città della Ceramica”, grazie alla loro antica tradizione che risale al 1700.
Ottavio inizia a lavorare con l’argilla all’età di 8 anni, prima per gioco, poi scoprendo il tornio e successivamente dipingendo le proprie creazioni. Quello che inizia come un gioco diventa presto un impegno costante in bottega, seguito poi dagli studi presso la scuola d’arte di Cerreto Sannita. Oggi, insieme alla sorella, crea opere che fondono la tradizione con uno stile riconoscibile e profondamente personale.
Le parole che accompagnano Ottavio da sempre sono: “L’unico obiettivo per un artista è bombardarvi di bellezza. Non difendetevi mai!”
Il conflitto del piatto
Materiale: maiolica
Tecnica: modellazione e decorazione manuale
L’opera nasce da un dialogo profondo con la tradizione ceramica di San Lorenzello, nota per la sua eleganza formale e la ricchezza decorativa.
La scelta è ricaduta su un oggetto fortemente simbolico e quotidiano come il piatto, rispettandone le linee classiche e i motivi ornamentali tipici della tradizione. Non si è trattato, tuttavia, di una semplice riproduzione: l’intento è stato quello di indagare e rappresentare un momento di rottura, una crisi interiore.
Il piatto, in questa visione, non è più solo un oggetto statico, ma diventa protagonista di una narrazione emotiva e simbolica. L’opera raffigura un preciso istante, quasi impercettibile, in cui la forma si altera: si piega, si contrae, si spezza nel suo equilibrio. È un momento di tensione, di conflitto interiore, come se il piatto stesse vivendo una lotta invisibile tra il bisogno di mantenere la propria identità e la spinta verso il cambiamento.
Questa trasformazione – che nella realtà avverrebbe in una frazione di secondo, sfuggente e invisibile all’occhio umano – viene fissata per sempre attraverso la materia. La maiolica, con la sua capacità di conservare forma e dettaglio nel tempo, ci consente di immortalare l’invisibile: un attimo che altrimenti passerebbe inosservato, diventa eterno. “Il conflitto del piatto” è quindi una riflessione visiva sul cambiamento, sull’identità e sul momento critico in cui qualcosa – o qualcuno – si trova sospeso tra ciò che è stato e ciò che potrebbe diventare. Una crisi che, pur nella sua fragilità, diventa forma e memoria attraverso l’arte ceramica.